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La Via del Mercato
L'antica strada Domodossola - Locarno
La cosiddetta "Via del Mercato" collega, attraverso le
Centovalli e la Val Vigezzo, Locarno con Domodossola. Si tratta di un
collegamento utilizzato fin dall'antichità quale asse portante di
collegamenti in direzione est-ovest. Le valli sono allineate lungo la
"Linea Insubrica" che, dal punto di vista geologico, rappresenta
la più lunga ed importante linea di taglio dell'edificio alpino: una
faglia di enormi proporzioni che prosegue più a est passando da Locarno,
Bellinzona, la Valtellina e collegandosi ad un altro sistema di faglie
nella zona di Bolzano. Questa apertura est-ovest attraverso le vallate
alpine ha favorito lo sviluppo di una rete di vie di comunicazione: la
prosecuzione naturale della "Via del Mercato" è, infatti,
un'altra importante via di comunicazione: quella del San Jorio che mette
in comunicazione la piana di Magadino con la sponda del lago di Como
sempre lungo la "Linea Insubrica".
L'importante funzione che questa via ha ricoperto tanto nel passato che in
tempi più recenti è ora mortalmente appannata anche dalla grave crisi
economica che tocca i due paesi confinanti. Valli che hanno per secoli
intensamente condiviso rapporti commerciali e culturali stanno ormai
cadendo in un grave isolamento.
La Vigezzo è una valle unica tra le altre ossolane. Non solo l'orografia
è inconsueta, ma anche la storia e la cultura: una valle benestante che
vive di turismo e frontalierato, un'emigrazione geniale che nei secoli ha
prodotto invenzioni curiose e benessere di ritorno, la tradizione degli
spazzacamini e una storia artistica di grandi pennelli (nel secolo scorso
esistevano in valle ben sette scuole di pittura). Il tutto in un ambiente
ameno e riposante in cui la policromia dei colori rende vivo un paesaggio
dolce. Eppure la Vigezzo è un ambiente alpino, tipicamente di montagna,
un luogo aperto ma rinserrato tra valli cupe e selvatiche. La Valle
Vigezzo è un corridoio di origine glaciale tra l'Ossola e il Ticino, un
vasto altipiano a 800 m. di quota che degrada bruscamente a ovest nella
piana del Toce e a est scende ripido nella Centovalli elvetica. Così come
è dolce il pianalto vigezzino, altrettanto sono aspre e dirupate le forre
che i torrenti creano quando lo abbandonano: l'orrido di Ponte Malione a
oriente e la forra angusta e stretta tra Masera e Orcesco sul versante
ossolano.
Uno dei modi migliori per conoscere e apprezzare i contenuti storici e le
bellezze della Val Vigezzo è percorrere l'antica strada che collegava
Domodossola con Locarno. Era la strada percorsa dal Medioevo al XIX secolo
da mercanti e boscaioli, mandriani ed emigranti che passavano per traffici
e lavoro dal Ticino all'Ossola.
Oggi larga parte della strada è stata coperta dall'attuale strada
statale, ma è ancora possibile ripercorrere l'antico itinerario
utilizzando la rete di sentieri che ancora collega tra loro i villaggi
vigezzini e, nel tratto vicino al confine, segue i percorsi ormai desueti
del contrabbando.
Lungo il percorso dell'antica strada di Vigezzo numerosi motivi di
interesse storico e antropologico permettono di approfondire la conoscenza
di una valle alpina.
Il Santuario della Madonna di Re
Il Santuario della Madonna di Re, costruito nel 1922 in stile
gotico-bizantino, che dal miracolo del 1494 è diventato il centro
religioso della valle e il riferimento costante della fede e della pieta'
popolare.
La cappella dell'addio di Gagnone
La "cappella dell'addio" si trova sulla statale poco prima di
Gagnone. Davanti ad essa avveniva il commiato degli emigranti dalle
famiglie che li accompagnavano fino al confine della valle; dopo di che si
entrava nel "mondo esterno".
Il S. Abbondio di Masera
La chiesa di S. Abbondio di Masera , collocata sul lato destro del
Melezzo, lungo la strada che conduce in Vigezzo, era materialmente e
simbolicamente l'inizio dell'antica strada di Vigezzo. La chiesa è stata
per secoli lasciata in uno stato di fatiscente abbandono, ma è stata
recentemente ripulita e restaurata per cui ora si può ammirare in tutta
la sua bellezza la struttura romanica che la colloca tra gli edifici
religiosi ossolani più belli.
Santa Maria Maggiore
Santa Maria Maggiore è il cuore antico e moderno della Valle Vigezzo,
la sua capitale turistica e amministrativa (è sede della Comunità
Montana Valle Vigezzo). Poco più di 1000 abitanti, a 800 m. di quota al
centro dell'altipiano vigezzino, conserva i tratti signorili dell'antica
capitale mescolati agli alberghi e a moderne villette. La Chiesa
parrocchiale, anteriore al Mille e ricostruita ad un'unica e superba
navata nel XVIII sec., è, dopo quella di Domodossola, la piu' grandiosa e
la piu' bella dell'Ossola, scriveva il Brusoni alla fine del secolo
scorso; e aggiungeva: è internamente abbellita da numerosi e preziosi
affreschi del pittore vigezzino G.M.Borgnis, fra i quali l'Incoronazione
della Vergine con più di 400 teste di grandezza maggiore del vero.
Pitture ed affreschi di pregevole fattura e di grande importanza artistica
sono raccolti, oltre che nella Parrocchiale, anche negli oratori di S.
Giovanni e di S. Rocco a Crana.
La scuola di belle arti "Rossetti Valentini"
La grande tradizione artistica, che ha valso alla Valle Vigezzo
l'appellativo di "valle dei pittori", continua ancora oggi con
la scuola di belle arti "Rossetti Valentini" che, fondata alla
fine del secolo scorso, organizza corsi didattici di avvicinamento alla
pittura confermando ad ogni estate il suo ruolo propulsivo della cultura
valligiana. L'annessa pinacoteca accoglie importanti opere di pittori
vigezzini.
Il Museo dello spazzacamino
Il museo dello spazzacamino a Santa Maria maggiore ripropone immagini e
attrezzi di un mestiere oggi abbandonato, ma che ha svolto un ruolo
determinante nell'emigrazione della valle la cui tradizione sfuma spesso
nella leggenda.
Le vie strette di Toceno
Toceno si affaccia tra Druogno e Malesco nel punto più panoramico
della valle e da molti viene considerato il comune più bello della Valle
Vigezzo. Stupisce innanzitutto la dimensione dell'abitato sebbene posto su
un pendio piuttosto scosceso: le abitazioni sono addossate le une alle
altre, appena divise da strette vie acciotolate, con archi ed archetti che
le uniscono in un'architettura elegante e signorile, poi fontane, cappelle
e piazzette in un dedalo di viuzze che pare inestricabile.
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